Se non si conoscono le potenzialità del lavoro fisico dello Yoga si tende ad immaginare una pratica esclusivamente meditativa, che tralascia o trascura il fondamentale lavoro fisico che accompagna la cura della mente.

Ci si immagina seduti in Loto a recitare Mantra e meditare, ma attenzione: sganciarsi completamente dal mondo fisico e innalzarsi a stadi alti di sospensione dalla realtà è l’ultimo, e più regale, livello di pratica, non certo il primo al quale avvicinarsi.

Per condurre la nostra mente a questi livelli dobbiamo prima guarire il contenitore corpo, farlo stare bene, altrimenti diventerà una distrazione.
Dobbiamo insegnare quindi alla nostra mente a concentrarsi prima su oggetti come materia e respiro.

È stupefacente constatare su me stessa quanto negli anni la pratica costante abbia plasmato il mio corpo e disciplinato, in parte, con grande fatica, la mia mente.
So che la strada da percorrere è lunga e non ha una fine, ma la vera esperienza è il viaggio!

Quando scelgo di guidare pratiche apparentemente solo fisiche in realtà chiedo di Meditare con il Corpo attraverso la percezione sottile del respiro e degli strati più profondi della materia corporea che si frappone tra la nostra mente e il mondo esterno.

Solo attraverso la conoscenza profonda di come siamo fatti possiamo aspirare a un lavoro puramente mentale.

Il respiro diverrà il veicolo potente della nostra consapevolezza e nutrirà la pratica, trasformando il nostro corpo nell’oggetto delle nostre meditazioni e placando i vortici della mente.

Sono potenti i cambiamenti fisici e mentali che la pratica continuativa produce nelle persone che sanno ascoltare i messaggi e cogliere i cambiamenti del proprio corpo.

Man mano che si prosegue con costanza, il corpo diventa più forte e la mente elabora e memorizza: i codici posturali errati vengono sostituiti da quelli corretti, suggeriti dalla pratica, e diventano naturali.
A questo punto non serve più, ad esempio, ragionare su come bisognerebbe sedersi: lo sappiamo e basta!
La pratica entra nel quotidiano e ci cambia la vita!

2012

“Che non può un’Alma Ardita se in Forti Membra ha Vita?”
Giuseppe Parini, Odi, La Educazione

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